LA STORIA D'ITALIA DELLE CARTELLE PAZZE DAL 1998 AD OGGI |
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Sono oramai passati più di cinque anni da quando Vittorio
Carlomagno, sull'onda del malcontento che covava tra i contribuenti italiani, coniò la "famigerata" espressione
"CARTELLE PAZZE", termine questo che, tuttora, continua a turbare i sonni di milioni di contribuenti italiani che in questi ultimi tempi si sono visti recapitare comunicazioni da parte delle esattorie con cui vengono richieste somme per debiti inesistenti, prescritti, non dovuti o già pagati. Tutto ha inizio nel febbraio del 1998, quando Padre Massimo Rastrelli, insigne gesuita e Presidente della Fondazione Antiusura "S. Giuseppe Moscati", da sempre al fianco dei più deboli nella lotta contro i soprusi, presenta a Vittorio Carlomagno, dottore commercialista nonché Presidente dei Revisori Contabili della Fondazione Antiusura, una cartella ricevuta da un usurato in quei giorni: risaltò subito, agli occhi del dott. Carlomagno che si trattava di richieste di somme illegittime: lo stesso provò ad indagare per risalire al colpevole e scoprì che era il "sistema informatico" ad emetterle…….senza che vi fosse alcun responsabile! Era il 1998 e partirono appena un milione e cinquecentomila "CARTELLE PAZZE". Tutto il paese si ribellò. Al fianco del dott. Carlomagno scesero in campo i lavoratori finanziari iscritti alla FLP - USAE (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche). Essi, insieme a Padre Rastrelli, organizzarono la più grande manifestazione avutasi nei confronti dell'allora Ministero delle Finanze. Il 9 marzo 1998 incrociarono le braccia tutti i dipendenti del Ministero delle Finanze. Ma il 1998 era solo l'inizio…. Tutta la "storia" è stata cristallizzata nel libro, scritto da Vittorio Carlomagno, "Cartelle pazze: come difendersi dal fisco" edito da Finanze&Lavoro - anno 1999. Nel 1999, infatti, arrivarono ben dodici milioni di cartelle pazze e questo fu proprio l'annus horribilis! "Meglio" andò nell'anno 2000 visto che partirono solo cinque milioni di cartelle pazze ma le proteste dei contribuenti non furono meno "velate" di quelle degli anni precedenti. Nel luglio del 2000 il Parlamento italiano approvò la legge 212, meglio nota come "Statuto dei Diritti del contribuente" (cfr. Vittorio Carlomagno "Lo statuto dei diritti del contribuente" ed. Finanze&Lavoro - anno 2001) con il fine di "civilizzare" il rapporto tra Fisco e contribuenti ed evidenziando una sorta di decalogo dei diritti del contribuente: diritto all'informazione, alla conoscenza degli atti a lui destinati, alla semplificazione, alla convocazione nel caso di incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione dei redditi, alla motivazione degli atti, alla tutela dell'integrità patrimoniale, alla rimessione in termini per cause di forza maggiore, alla tutela dell'affidamento e della buona fede, all'interpello non sospensivo e al rispetto dei diritti e delle garanzie per chi è sottoposto a verifiche fiscali. Ma tutti questi diritti sono rimasti lettera morta e continuano ad esistere solo sulla carta! Infatti la "storia"si ripete nel 2001 e nel 2002 quando furono inviate circa due milioni di cartelle pazze per ciascun anno. A distanza di tempo, bisogna prendere atto che nessuno è intervenuto per mettere la parola FINE a tutto ciò. E' notizia di questi giorni che il Ministro dell'Economia Tremonti si è pubblicamente scusato per i notevoli disagi che i contribuenti si trovano ad affrontare a causa delle comunicazioni errate inviate dai concessionari della riscossione e questa volta sono 2,5 milioni di comunicazioni. Ma allora così come intervenne l'allora Presidente della Repubblica Scalfaro per il cosiddetto "modello 740 lunare", si spera che l'attuale Presidente Ciampi, sempre sensibile alle problematiche dei cittadini italiani, fermi questa ondata di cartelle pazze prima che……ne diventi anch'esso una vittima "illustre"!
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